26/07/2020 ore: 21:45


Gli anni più belli

Il commovente ritratto di una generazione che Muccino sa mettere a fuoco con una compiutezza senza uguali.

Roma, primi anni Ottanta. Giulio, Paolo e Riccardo hanno 16 anni e tutta la vita davanti. Giulio e Paolo sono già amici, Riccardo lo diventa dopo una turbolenta manifestazione studentesca, guadagnandosi il soprannome di Sopravvissuto. Al loro trio si unisce Gemma, la ragazza di cui Paolo è perdutamente innamorato. In realtà tutti e quattro dovranno sopravvivere a parecchi eventi, sia personali che storici: fra i secondi ci sono la caduta del muro di Berlino, Mani Pulite, la “discesa in campo” di Berlusconi e il crollo delle Torri Gemelle, per citarne solo qualcuno. E dovranno imparare che ciò che conta veramente sono “le cose che ci fanno stare bene” e che certi amori – così come certe amicizie – “fanno giri immensi e poi ritornano”.

Se citiamo un cantautore è perché Gli anni più belli segue volutamente il registro di concept album come “Piccolo grande amore” di Claudio Baglioni, e infatti Baglioni viene evocato nel film ben tre volte, con “E tu come stai?”, “Mille giorni di te e di me” e l’inedito che accompagna i titoli di coda.

Ma se l’afflato di questo “romanzo popolare” è quello della canzonetta – e lo diciamo senza condiscendenza – lo stile registico è 100% Gabriele Muccino.

Il che, nella prima parte del film, è quasi letale: i giovani attori che interpretano i quattro ruoli principali, benché molto bravi (specialmente Alma Noce e Andrea Pittorno) sono spinti a recitare costantemente sopra le righe, alzando la voce, ansimando e soccombendo a quella frenesia ormai definibile come “muccianiana”. E a sottolineare ogni scena c’è la colonna sonora (di Nicola Piovani) spalmata “a palla”.

Tuttavia dopo la prima mezz’ora, e dopo l’entrata in scena di Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria, il film comincia a prendere quota e a trovare un’identità che si smarca gradualmente dai cliché, rivelando un’onestà artistica credibile. Il merito è certamente degli attori, che trovano la loro misura anche all’interno dello stile dominante, ma anche di una regia che riesce a contenere i propri “difetti fatali”, anche facendo leva su professionalità ben definite come Eloi Mori alla fotografia, Patrizia Chericoni ai costumi o Tonino Zera alle scenografie. Particolarmente notevole è il lavoro di montaggio di Claudio Di Mauro, specialmente nella scena del ristorante vicina alla conclusione, che destruttura magnificamente il meccanismo del campo e controcampo, e in quella dove Gemma, nelle sue varie incarnazioni, sale di corsa le scale, una delle più belle del film.

Gemma è invece il tasto dolente, non per via delle belle interpretazioni della già citata Noce e di Micaela Ramazzotti, ma per lo scarso lavoro di scrittura del suo personaggio, del quale si faticano a capire le motivazioni, e dal quale traspare la consueta visione del mondo mucciniana in cui le donne “la danno via con la fionda”, di solito per ragioni di sicurezza economica.

Ciak D’estate – Cinema all’aperto
Cortile dei Gelsi, Castello di Legnano

INIZIO PROIEZIONI: LUGLIO ORE 21.45 – AGOSTO E SETTEMBRE ORE 21.30 – ingresso EURO 7
In caso di maltempo gli spettacoli verranno annullati – I film in programma potranno subire variazioni per cause di forza maggiore.
Gli anni più belli (2020) - IMDb