La band di Skin non ha deluso le aspettative domenica sera con uno show robusto e coinvolgente.

Davanti a oltre 5 mila persone la formazione inglese ha ripercorso una carriera cominciata nel 1995 con l’album Paranoid & sunburst e ricca di successi.

Skin accompagnata dai fidi Ace alla chitarra, Cass Lewis al basso e Mark Richardson alla batteria hanno proposto le loro gemme da “Charlie big potato” a “Hedonism” da “Weak” a “You’ll follow me down”, con la loro miscela di hard rock, alternative, crossover con qualche timida influenza funk, soprattutto dal basso di Lewis, sempre straordinario.

Oltre alla bravura della formazione a brillare è stata proprio la grinta della cantante che ha anche suonato la chitarra, cimentandosi pure a percussioni e al theremin. Tante volte ha cercato il dialogo con il pubblico esprimendosi anche con qualche parola in italiano, e ringraziando sia Legnano che Milano. Non solo: ha dedicato un pensiero anche alle note cronache sulla tragedia dei migranti, ricordando che lei stessa lo è stata. Si è pure calata tra il pubblico rimproverando i fan che guardano il concerto dal cellulare.

Gli Skunk Anansie hanno modificato parecchio le ultime scalette ma hanno superato ampliamente le 20 canzoni proponendo anche un brano nuovo. Per la città del Carroccio si è trattato forse della punta massima della sua storia musicale, con il gruppo rock straniero maggiormente famoso tra quelli ospitati a Legnano.

In apertura si sono visti gli Allusinlove, formazione inglese dedita ad un hard rock piuttosto classico. Nulla di eccezionale in questo caso.

Prima del concerto abbiamo intercettato Marco Marazzini, presidente del Rugby Parabiago 1948, che con noi ha tracciato un bilancio della ventesima edizione del festival.

Articolo tratto da Sempione News